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Località Fortuna

Pubblicato in Borghi e Frazioni in musica, Grafiche dell'Artiere, Bentivoglio (Bologna), 2011

 
 

Località Fortuna

"Al Putiferi. Beh non lo sapeva che si chiama anche così? Nel cartello ci hanno scritto località Fortuna, ed è giusto. Ma noi lo chiamiamo anche Al Putiferi". Zappa in mano, piedi ben piantati nel campo, camicia e pantaloni di jeans più belli e comodi del vestito da festa, Marcello Cremonini, 85 anni portati con orgoglio, mi spiega il nome del posto in cui mi sono fermato, e aggiunge: "sono in pochi a conoscere i nomi di questo piccolo borgo, e quei pochi poi non sanno neanche il perché. Solo i vecchi-vecchi sapevano il motivo. Forse.  Solo loro ci potevano svelare quello che oggi non possiamo più recuperare".
Al Putiferi è stato l'epicentro geografico, ma anche mentale, di questa mia ricerca fotografica tra i musicisti della bassa. Ci sono passato tante volte in macchina, avanti e indietro.
In questa terra a due passi dal mondo.
Ho attraversato Al Putiferi per raggiungere gli "attori" che mi aspettavano ognuno ben piantato con il suo strumento nella sua terra natia.
Ho visto i loro accordi musicali che si intrecciavano ai rami di grandi querce e pioppeti interminabili, che affondavano in mari di "piumini", che si infilavano ordinati in campi perfettamente coltivati e di altri che invece si perdevano in terreni incolti.
Ho attraversato borghi fatti di portici, di muri sbrecciati, di antiche dimore, di canali ancora colmi d'acqua e di altri in secca e dimenticati, di vecchi castelli, di ombre e silenzi.
Nelle mie foto nessuno di loro che suona o canta, sono tutti ripresi in momenti di pausa dalla musica.
Li ho immortalati come pilastri della musica, monoliti, colonne piantate nella terra. Totem che si ergono dalla campagna.
Hanno facce che riflettono il rosso dei mattoni, o che assorbono il verde dei campi.
In questa stagione prima dell'estate.
Ho chiesto a loro di posare con sguardi "leggendari", come quelli dei miti del rock, del jazz e di tutti i generi musicali del mondo, con quelle espressioni che quasi mai incrociano o incontrano gli sguardi degli osservatori.
Lo sguardo che è sempre in un altrove, con dei pensieri e delle mete lontane, da raggiungere.
C'è sempre un pubblico nuovo e diverso che aspetta il musicista, che lo chiama, che lo attira.
Un richiamo irresistibile, un palcoscenico sempre da conquistare, anche in capo al mondo.
Le note musicali che ti portano via. Ma che poi, sempre, ti riportano al via.
Li ho sistemati nelle mie fotografie così quadrate, così elaborate, così pronte per diventare delle potenziali cover di album. Abbiamo cercato insieme i luoghi della loro infanzia, dei giochi adolescenziali, dei ricordi sbiaditi, delle case abbandonate in campagna con i giornalini porno, delle dimore dove sono nati o semplicemente concepiti. I portici dove amano ripararsi e riposarsi, dove in molti li salutano con un "Buongiorno maestro!". Gli antichi maceri o i boschi di pianura dove si sentono le arie musicali e le note si mettono in fila. Un viaggio all'indietro per sguardi che guardano sempre avanti. Fuori da se stessi e dal borgo.
In mezzo  a tutto questo vorticare di suoni e gesti musicali, c'è sempre Marcello che è sempre lì con la sua zappa, nella sua terra, Al Putiferi, in località Fortuna, nel Comune di San Giorgio di Piano. Forse certe sere vede passare gli spettatori di "Borghi e Frazioni in musica" in cerca del concerto fuori porta. Con la musica che "gli gira intorno" come ci ha ben cantato Ivano Fossati.

Andrea Samaritani, maggio 2011